Dapprima furono gli arabi a diffondere nella nostra isola la cultura del pistacchio mentre, a partire dal 1860, la coltivazione di questa pianta si affermò definitivamente nell’ area dell'Etna.
Qui, grazie al terreno vulcanico, alla temperatura e alle tecniche produttive tramandate negli anni di padre in figlio, si riesce ad ottenere un prodotto del tutto diverso da quello proveniente dai mercati asiatici o americani.
La pianta del pistacchio ha origini persiane. E’ un arbusto che non supera i 6 metri di altezza dal tronco nodoso e contorto di colore grigio brumastro e dal fogliame caduco.
Fruttifica solo una volta ogni due anni e cresce in terreni accidentati, tra le rocce vulcaniche.
I pistacchi vengono raccolti a mano, uno ad uno, tenendosi in equilibrio fra i massi di lava nera con sacchi di tela legati al collo.
Gli interventi colturali sono legati principalmente alla potatura e non sono molto frequenti data la difficoltà legata al tipo di ambiente e ai costi elevati di gestione che ne conseguono.
Dopo la raccolta, i frutti vengono vengono privati del mallo e poi essiccati al sole per tre giorni; successivamente vengono privati del guscio duro che li ricopre. Da questo momento sono pronti per il consumo o la trasformazione.
Raccomandazioni per la conservazione |
Conservare in luogo fresco e asciutto.
Ottimi da sgranocchiare durante le pause o da accompagnare all' aperitivo.
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