L’ Arancia Amara si raccoglie tra gennaio e febbraio e si chiama così perché ha una sapore amaro ed aspro, che richiama quelli del pompelmo e del limone oltre che di arancia. Ha una buccia molto spessa e semi in abbondanza. Io la trovo molto dissetante, specie quando mi torvo a raccoglierne un frutto in piena estate, quando il sole picchia sulla testa. Mangiarla a spicchi è comunque un esperienza che non tutti gradiscono, non mi sento quindi di consigliarla come frutto da tavola. In compenso è apprezzata per fare marmellate, bucce candite e gelatine, per le quali ci sono numerose ricette interessanti.
Questa pianta (a differenza di tutte le altre varietà che coltiviamo) nasce da seme e non per innesto. Infatti la sua diffusione si deve alla sua passata funzione di porta-innesto, ovvero, su questi alberi, tagliato di netto il tronco due palmi sopra terra, si innestano (inzitano) le marze della varietà che si desidera portare a frutto. Questa sua funzione ha però fatto il suo tempo, infatti una virosi nota come “tristeza” causa un’incompatibilità tra la maggior parte degli innesti e la base di arancio amaro, causando deperimento e morte della pianta, indipendentemente dall’età dell’albero e dell’innesto. Ne coltiviamo xx alberi nell’azienda di Trigona. Fortunatamente le piante non innestate non manifestano i sintomi, quindi potremo continuare ad offrirvi questo frutto anche in futuro.
La concimazione è analoga a quella dei nostri altri agrumi, ovvero letame di pecora stagionato, borlanda, pacciamatura con paglia e fieno e consociazione con leguminose.
Raccomandazioni per la conservazione |
Conservare in luogo fresco ed areato
Si utilizza solo la buccia di questo frutto, per la preparazione di marmellate o per la preparazione di dolci e bucce candite
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